venerdì 1 aprile 2011

R.S.U. 40X40 Acrilico e Bitume


Passeggiando tra macerie ed erbacce non si sa mai cosa puoi trovare: potresti beccarti il tetano, oppure imbatterti in una meravigliosa "natura morta postindustriale".
Così mentre mi faccio strada tra zoccole e rottami, saltano fuori questi bidoni, arrugginiti, abbandonati, stanchi.

Mi siedo, li disegno, e mentre li disegno mi accorgo che l'essere rifiuto è una qualità non solo non essenziale, ma ormai perduta da quegli oggetti che si sono da soli  "riqualificati" come parte del paesaggio.

Il concetto di rifiuto, immondizia e scarto, è dunque un concetto del tutto posticcio, un'altra di quelle etichette che attacchiamo alle cose e che ci impediscono di vederle veramente, nella loro realtà magica di oggettiva unicità.
La categoria appartiene al mondo della scienza, non a quello dell'arte, essa riassume e priva l'osservatore di ogni interesse contingente: Una sardina non è un generico pesce, non è uguale ad uno sgombro né a un tonno, così come un passero è diverso da una gallina e da un gufo, non è solo un uccello.

Risvegliare questo interesse per il contingente è a mio parere uno dei compiti dell'artista moderno, rimettere l'animo in contatto con la meraviglia di fronte a ciò, che pur essendo noto e quotidiano, è sempre mutevole ed affascinante nella sua unicità.  

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