Viviamo un'epoca drammatica, un periodo di cambiamenti epocali, fatto di rivoluzioni silenziose ma radicali: le tracce della nostra storia si cancellano, le ideologie si sgretolano sotto i colpi del dissesto morale o forse solo della metamorfosi sociale. Le sostituiscono nuove idee, nuovi modelli culturali altrettanto fragili ed inadeguati.
Ciò che resta invariante, ciò che collega il passato al futuro è solo l'uomo. Non l'individuo, non l'essere vivente uomo, bestia fra le bestie animata d'istinti tra i più beceri e volgari, ma l'uomo astratto: l'umanità, solo quella permane.
L'umanità è il ponte ideale tra l'oscurità delle caverne primitive e la vastità dell'esplorazione spaziale, tra il passato alle nostre spalle ed il futuro che ci attende: è il presente, il qui ed ora, la sola cosa che esista.
Si declina in miliardi di individui, tutti attraversati dal medesimo anelito esistenziale, tutti mossi da identiche pulsioni, da uguali desideri e l'individuo scompare nell'umanità così come l'umanità si rivela nell'individualità.
Sic manet humana natura.
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