martedì 18 dicembre 2012

Amerika


Ecco qua, quattro mesi di silenzio. Mi piacerebbe dire che sono stato impegnato in altre e più importanti faccende, ma... No. La verità, quella che mi procura un certo fastidio, è che non avevo nulla da dire. Anzi, di cose da dire ne avevo, ma di quelle che poi, quando le hai dette, pensi che forse era meglio starsene zitti. 
Ora, il problema con la pittura è proprio questo: ti svuota.
Un quadro dice un sacco di cose, davvero tante, tutte insieme e tutte molto personali. Si è costretti inoltre ad un rapporto così intimo con il proprio essere profondo che quando si riemerge, quando si torna indietro, occorre fare un serio sforzo per riguadagnare una visione delle cose meno olistica.
Nel frattempo, si passa per una serie di condizioni che vanno dall'intuizione all'insoddisfazione, passando attraverso: stress, rabbia, frustrazione, accanimento, sfinimento e in ultimo realizzazione, il tutto condito da sprazzi di euforia e interesse maniacale. Questa inevitabile catarsi lascia una specie di vuoto, consuma letteralmente le risorse emotive e obbliga a cercarne di nuove.
Detto questo, chiudo, con una riflessione nata scrivendo questo post: la maggior parte delle persone si sforza di far si che il mondo li comprenda, sono pochi quelli che, invece, si sforzano di comprendere il mondo.
Alla prossima.

lunedì 16 luglio 2012

FUTUROANTERIORE


100X120 "senza titolo"

Al via la mia nuova mostra...
Dal 20 al 29 luglio, ad Avezzano (AQ) nei locali della Scuola Media C. Corradini, saranno ospitate 30 opere significative e relative alla mia produzione dell'ultimo anno. Troverete in mostra, in uno spazio allestito per rimanere sospeso nel tempo, il mio percorso d'indagine sulla possibilità di dare corpo ad un linguaggio che sia attinente ad una realtà irriconoscibile e frammentaria, per la quale non abbiamo più strumenti validi di interpretazione.
Essere artisti, oggi, significa non rassegnarsi a ripetere modelli precostituiti, non trincerarsi dietro le rassicuranti mura di una definizione stilistica, ma, osservando la realtà, farsene interpreti veraci, senza voler a tutti i costi sorprendere, ma con la ferma intenzione di raccontare.
Ci vediamo lì...

mercoledì 13 giugno 2012

Elementi

Elementi 150x150

In questi giorni si è aperta la possibilità di una collaborazione con un'azienda impegnata nella commercializzazione di oggetti e arredi artistici e di design. Ringraziando la Goods and Crafts che ha deciso di fare una scelta di campo, coinvolgendo nella sua offerta commerciale arte e creatività, ne approfitto per ricordarmi che l'opera d'arte non dovrebbe stare nei musei né dovrebbe essere legata ad un concetto di cultura tanto astratto quanto noioso. Le cose che funzionano, che colpiscono, che fanno davvero fare un salto verso un altro modo di vedere e di pensare, difficilmente vengono dalla testa di un'artista: più spesso vengono da un posto posizionato molto più in basso...
Potremmo anche dire che, la cultura, quella vera, quella che cambia il nostro modo di pensare, almeno in campo artistico, non passa da una mente all'altra, ma prende un'altra via che è più istintiva, viscerale e sensuale. E' questo, credo, il motivo per cui l'arte, quella vera, non può essere spiegata ma solo vissuta: ha poco a che fare con il cervello ed il ragionamento.
Alla prossima.

sabato 21 aprile 2012

Il Bagatto

Il Bagatto 100X120
L'arte guarda sempre l'uomo, anche per evitare di guardarlo.
 In quanto opera dell'uomo per l'uomo, la rappresentazione artistica ha come suo unico oggetto la rappresentazione dell'uomo stesso. Questo non vuol dire che il soggetto dell'artista sia sempre l'uomo, ma che la rappresentazione dell'uomo è dietro ogni soggetto: anche del più naturalistico, astratto o informale.
L'artista rappresenta se stesso attraverso la propria visione del mondo e forma con l'oggetto osservato un unico e indivisibile sistema. Di conseguenza, lo stesso oggetto dell'osservazione viene modificato dall'osservazione e si trasforma in relazione all'atto della sua rappresentazione.
Dunque, laddove l'arte non guardi l'uomo, è proprio lì che lo trova, perchè l'osservatore si trasfigura nell'oggetto trasferendo ad esso la propria individualità, il proprio essere.

giovedì 19 aprile 2012

Sic transit gloria mundi



Viviamo un'epoca drammatica, un periodo di cambiamenti epocali, fatto di rivoluzioni silenziose ma radicali: le tracce della nostra storia si cancellano, le ideologie si sgretolano sotto i colpi del dissesto morale o forse solo della metamorfosi sociale. Le sostituiscono nuove idee, nuovi modelli culturali altrettanto fragili ed inadeguati.
Ciò che resta invariante, ciò che collega il passato al futuro è solo l'uomo. Non l'individuo, non l'essere vivente uomo, bestia fra le bestie animata d'istinti tra i più beceri e volgari, ma l'uomo astratto: l'umanità, solo quella permane.
L'umanità è il ponte ideale tra l'oscurità delle caverne primitive e la vastità dell'esplorazione spaziale, tra il passato alle nostre spalle ed il futuro che ci attende: è il presente, il qui ed ora, la sola cosa che esista.
Si declina in miliardi di individui, tutti attraversati dal medesimo anelito esistenziale, tutti mossi da identiche pulsioni, da uguali desideri e l'individuo scompare nell'umanità così come l'umanità si rivela nell'individualità.
Sic manet humana natura.

sabato 24 marzo 2012

La notizia della mia morte è fortemente esagerata














In effetti no, non sono morto, ma qualcuno potrebbe averlo pensato data la mia lunga assenza da queste pagine, così ho pensato di rassicurarvi. La frase non è mia, è di Mark Twain, tuttavia trovo che sia davvero appropriata alla nostra epoca, al nostro mondo allargato fatto di tweet, diari online, notizie e gossip rimbalzati centinaia, migliaia di volte.
Tuttavia mi chiedo, e me lo chiedo da un po': questa realtà, così diversa da quella che conoscevamo appena una decina d'anni fa, come dev'essere indagata? Qual'è il linguaggio che l'arte deve adottare per renderla intellegibile?
Credo che criteri e forme della rappresentazione dovrebbero essere sempre risonanti con il nostro sistema di organizzazione del mondo, altrimenti arte e realtà si scollano, si separano e poiché la realtà non può perdere il suo significato, l'arte diviene priva di senso: una sincope.
Fedele a questo principio, quindi,  provo a muovere i primi passi verso territori sconosciuti dove spero di trovare risposte alle mie domande, o nuove domande a cui cercare risposte.