domenica 27 marzo 2011

Miraggi 50X70 Acrilico e bitume su tela


Che cosa determina l'ispirazione? Cosa porta alla luce le suggestioni che esprimiamo con l'arte? Non parlo solo di pittura, ma di qualsiasi forma d'arte, dalla scrittura all'architettura, dalla grafica alla land art...
E' una domanda che mi faccio spesso, ogni qualvolta mi trovo davanti alla tela ancora bianca, ogni volta che un nuovo lavoro nasce spontaneo e anche quando per giorni mi trovo ad esaminare insoddisfatto un'idea fino all'abbandono.
L'attimo creativo è lì, dietro la porta dell'io cosciente, il problema è che quando cerchi di afferrarlo guizza, sfugge, si eclissa, diventa impalpabile, fatto di fumo. Eppure c'era! Era lì, a portata di mano, fossi stato solo un po' più veloce... E così quell'episodio prezioso, quell'epifania meravigliosa scompare e bisogna aspettare che se ne presenti un'altra, quando magari il nostro io è più predisposto a cogliere e a tradurre i suggerimenti dell'inconscio.
Ma poniamo che una volta su tre si riesca ad afferrare l'istante stupefacente della rivelazione, basterebbe moltiplicare gli istanti di ispirazione, così non sarebbe poi così drammatico se qualcuno sfugge, e si potrebbe stare tranquilli ad aspettare il successivo...
E quindi si torna alla domanda iniziale: cosa determina l'ispirazione?
Forse hanno ragione gli americani quando dicono che "Inspiration means Traspiration", ovverosia che l'ispirazione deriva dal duro lavoro, ma allora basta lavorare sodo, o è necessario anche qualcos'altro, come ad esempio il nutrimento culturale?
La domanda resta lì, probabilmente da secoli, ma io la rilancio, hai visto mai...

martedì 22 marzo 2011

Impersistenza della memoria 80X60 bitume smalto e solventi su faesite

Alla fine della strada non resta niente, anche la memoria svanisce. Solo i ricordi intensi quelli densi di emozioni hanno una possibilità di sopravvivenza, quelli che si stampano nell'anima come marchi incandescenti... Il resto si scioglie nel vuoto della non esistenza.

Inoltrarsi nel territorio dell'informale abbandonando del tutto la forma riconoscibile ed il significante oggettivo comporta il rischio di smarrire il senso tradizionale dell'arte... Se l'arte è comunicazione e dialogo tra artista e spettatore, l'informale è l'arte di comunicare l'incomunicabile, è un dialogo più profondo, che avviene a livello più istintivo, travalicando il semplice vedere per trasferirsi sul piano di un'esperienza emotiva.

Laddove, quindi, l'esperienza artistica si potenzia e si esalta attraverso nuovi orizzonti e nuove sensazioni, essere spettatore dell'informale diventa un processo culturale più difficile ma altresì più consapevole. Di fronte all'opera informale non si può restare indifferenti: o piace intensamente o non piace affatto.  Non si resta soggetti passivi  che ricevono un messaggio: o si elabora un dialogo con l'opera e l'artista, oppure si passa oltre perchè "non c'è niente da vedere".

martedì 15 marzo 2011

"La Sedia" 30X60 Acrilico e bitume su tavola

Dei sei quadri dell’abbandono, questo probabilmente è quello che ha richiesto più studio e più tempo: penso di averci lavorato almeno una ventina di ore, oltre alla preparazione con il bitume.

Non saprei dire se sono soddisfatto, ma di sicuro, dopo averlo completato, mi sono sentito svuotato, il che è una buona cosa, credo…

A me personalmente questa sensazione, del sentirsi svuotati intendo, dice che su quel determinato soggetto ho dato tutto quello che potevo almeno temporaneamente. A quel punto, soddisfatto o no devo passare ad altro, perché per qualche tempo non sarò comunque in grado di migliorare il mio lavoro.

Credo sia davvero uno degli aspetti più interessanti del lavoro da artista, perché a un certo punto devi dire: ecco, potevo arrivare fino a qui, non sono ancora pronto ad andare oltre… Ed è proprio lì che si comincia a migliorare.

lunedì 14 marzo 2011

"Abbandonati": esplorazioni artistiche di luoghi e sentimenti


Il giorno 11/03/2011 è partita la mia prima mostra impegnata...

Non ero solo, perché il progetto, che prevedeva l'esplorazione dei luoghi e delle sensazioni dell'abbandono, è stato portato avanti con il bravissimo Gianfranco Fortuna le cui foto potete trovare qui.

Da parte mia sono contento, considerato il contesto e le finalità sociali che ci eravamo proposti e visto anche che nei primi tre giorni di apertura abbiamo ricevuto circa 150 visitatori: un bel risultato.

La mostra rimarrà aperta fino a giovedì 17 marzo compreso, quindi se qualcuno fosse curioso, c'è ancora tempo per visitarla.

Nel prossimo mese, vedrò di pubblicare un po' alla volta le foto dei  sei quadri in mostra, in modo che possiate fare commenti, esprimere giudizi, lanciarvi in lodi sperticate o critiche feroci, in ogni caso saranno gradite.